a cura di Marilisa Yolanda Spironello
Presentazione
Il lavoro di ricerca sul Museo Diocesano di Caltagirone si è reso necessario per condurre una ricognizione dettagliata delle collezioni museali, al fine di poterne realizzare un catalogo ragionato. L’obiettivo è stato quello di tracciare, mediante la redazione di appropriate schede, dei puntuali raffronti stilistici condotti allo scopo di avviare un’osservazione mirata che guardasse alla locale dimensione artistica con riferimento, però, ad un sistema di produzione non solo isolano, ma anche nazionale ed internazionale. La schedatura delle opere, articolata sulla base delle sezioni elencate in appendice ha permesso, fra l’altro, di evidenziare le numerose interconnessioni tematiche che intercorrono tra il patrimonio analizzato e le comunità che insistono nel territorio d’appartenenza e, naturalmente, tra quelle, di fatto, esistenti in seno alla variegata natura delle collezioni stesse. Ed è per questo che è stata effettuata un’indagine sul campo volta a rintracciare tutta una specifica bibliografia di riferimento finalizzata all’individuazione ed alla definizione delle dinamiche che hanno generato e contribuito all’evoluzione di linguaggi, espressioni ed elaborazioni artistiche specifiche.
A corredo di ogni opera catalogata è stata fornita la relativa fotografia mentre la fonte di riferimento è stata puntualmente segnalata all’interno dell’elenco delle referenze fotografiche. Inoltre, per consentire una più chiara lettura dei manufatti esaminati, essi, di volta in volta, sono stati metodologicamente posti in relazione con altre creazioni individuate negli inventari delle varie Diocesi non solo siciliane, ma anche italiane, allo scopo di tracciare una mappatura generale che potesse meglio inquadrare gli oggetti osservati.
L’analisi delle opere esposte all’interno del Museo Diocesano di Caltagirone, condotta in maniera quanto più approfondita possibile e quanto più scientificamente completa, ha comportato, dunque, una lettura necessariamente comparativa ed una contestualizzazione della temperie culturale di riferimento che ha reso possibile il reperimento di informazioni sulle botteghe e sugli autori nonché una riflessione sui rapporti tematici tra le opere ed il territorio.
La compilazione di un catalogo ragionato è divenuto, pertanto, il punto di partenza per la creazione di un Virtual Tour che avesse per oggetto la visita virtuale alle sale del Museo, ricreando, in tal senso, l’accesso agli spazi museali. Partendo dalla piazza antistante, intitolata a S. Francesco d’Assisi è possibile esplorare il Chiostro con i suoi attrattori. Segue l’area della biglietteria, nella quale sono state inserite tutte le informazioni utili alla visita fisica ed a quella virtuale, nonché schede di approfondimento relative ai vari aspetti storici riguardanti la Diocesi. Il valore aggiunto dato dalla creazione di una visita virtuale è quello di permettere agli utenti di reperire informazioni sulle sale espositive e sulle opere in esse esposte, che non hanno trovato posto nella pannellistica esistente, offrendo così un’anteprima di quello che troveranno una volta raggiunto fisicamente il Museo.
Quest’ ultima modalità esplorativa si caratterizza per l’impiego di una tecnologia in grado di interagire con ciascuna delle opere attraverso un semplice clic, attivandone le rispettive didascalie.
Entrando nel merito tecnico della realizzazione del Virtual Tour va specificato che esso è stato concepito con “Tecnologia immersiva 360°, una tecnologia che data la sua natura scalare e la conseguente articolazione modulare è replicabile in contesti plurimi. A spingere verso questa direzione hanno concorso più direttrici come, ad esempio, la consapevolezza che le pratiche di un sistema museale che si dichiari allineato alle esigenze del pubblico e al passo con i rapidi cambiamenti attuali, non può più fare a meno di considerare il complesso dei servizi digitali quale ineludibile supporto per la loro valorizzazione sul territorio. Infatti, ogni hotspot è stato implementato con un’adeguata sintesi vocale che ne aumenta la possibilità di utilizzazione, estendendola anche a fruitori affetti da disabilità visiva ed è stato, inoltre, previsto l’inserimento di una sezione testuale in lingua inglese, rispettando i suggerimenti inseriti nella Roadmap definita nell’accordo di collaborazione siglato tra l’AMEI (Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiana) e l’allora MIBACT, attuale MIC, il 26 ottobre 2016.
L’Istituzione Museale, infatti, al giorno d’oggi, lungi ormai dal venire considerata come un semplice struttura atta a custodire e /o conservare Beni culturali artistici e naturali, è divenuta e continua a divenire, essa stessa, Arte da fruire e su cui operare, sia al presente che in prospettiva, avvalendosi sempre più frequentemente di sistemi tecnologicamente integrati.
Requisiti minimi di sistema per la corretta visualizzazione del Virtual Tour
Si consiglia la visione in modalità schermo intero (pulsante in basso a destra accanto al logo “thinglink”)
Colophon della mostra
Istruzioni per la navigazione