di Maria Laura Celona
Il Museo di Arti Decorative di Torino trae il suo nome dal fondatore Pietro Accorsi, illustre collezionista e antiquario. Situato in uno storico palazzo nel centro della città piemontese fu costruito intorno al 1684 secondo il progetto dell'architetto Ducale Amedeo di Castellamonte. Nel 1776 fu acquistato dall’Ordine Mauriziano, istituzione nata nel XVI secolo per volere del Duca Emanuele Filiberto di Savoia. Nel 1901 il padre di Pietro Accorsi venne nominato dall'Ordine portinaio dello stabile, in cui si trasferì con tutta la famiglia. Nel 1956 l’intero palazzo divenne di proprietà di Pietro Accorsi (Torino 1891-1982) che dotato di straordinaria curiositas e intuito artistico divenne uno dei più importanti antiquari del XX secolo.
Dopo la morte dell’antiquario, il palazzo è divenuto sede della Fondazione e dal 1999 residenza del Museo delle Arti decorative, a lui intitolati. Oggi il museo, si presenta come un elegante dimora settecentesca in cui si mescolano con singolare armonia broccati, decorazioni rococò e il rigore formale del neoclassicismo. Gli interni ospitano l’intera collezione di proprietà dell’antiquario con un allestimento museale, curato dal Presidente dell’istituzione Cav. Giulio Ometto, composto da ventisette sale al cui interno è osservabile un cospicuo numero di capolavori artistici prevalentemente appartenenti al XVIII secolo. Tra gli ambienti di straordinaria ricchezza sono numerose opere: mobili, tappeti, arazzi, argenterie, lampadari, porcellane e quadri messi in relazione tra loro per ricreare le magiche atmosfere delle nobili dimore del Settecento. Visitabili sono i salotti con mobili Luigi XVI, le stanze da letto, la quadreria, lo studio e gli ambienti di servizio. Si distinguono tra le migliaia di opere in esposizione, il famoso mobile a due corpi in legno raro e tartaruga firmato e datato 1738 da Pietro Piffetti (1701-1777), tra i più pregiati della manifattura dell’ebanista, decorato con incisioni in avorio. Questi, riconosciuto uno dei più insigni ebanisti del Settecento italiano, nacque a Torino nel 1701 e dotato di notevole abilità, fu l’unico membro della famiglia ad essere iniziato agli studi; divenuto un artista completo rimase comunque molto vicino all’Arciconfraternita di Torino dalla quale assorbì principi religiosi ed etici che trasferì oltre che nella vita anche nelle sue opere. Altre opere pregiate dell’ebanista sono due armadi, esemplari per la loro singolare tipologia, particolarmente longilinei e riccamente decorati da un fitto apparato decorativo intarsiato in avorio e tartaruga. Piffetti, formatosi nell’ambito artistico dell’Italia centrale, mostra influenze di stile dello Juvarra, si lega ai suoi concetti di meraviglia compositiva, utilizza originali connubi con materiali rari e preziosi come avorio, tartaruga e legni esotici. Interessante è studiare l’analisi iconografica dei soggetti rappresentati per i quali s’ispirò ad incisioni francesi, italiane, fiamminghe ed in particolare al libro Emblemata Horatiana di Otto Vaenius, aristocratico artista della fine del XVI secolo, che nel XVIII e nel XIX secolo ebbe grande diffusione in Europa. Questi armadi poterono contenere solo manufatti molto particolari, si potrebbe pertanto ipotizzare che siano stati scrigno di collezioni in avorio traforato e lavorato, simili a quelli che tra il XVII e il XVIII secolo si trovavano in molte Wunderkammer delle corti europee. La collezione continua con un mobile a due corpi interamente ricoperto con piastrelle in maiolica di Pesaro; con mobili francesi, un’elegante camera da letto veneziana, cristalli di Baccarat, ricche raccolte di argenti per gran parte di manifattura piemontese, come una elegante caffettiera di forma rocaille recante i punzoni del saggiatore di corte Giovanni Battista Carron. Si ricordano ancora soprammobili in porcellana di manifattura europea, di cui Accorsi fu appassionato collezionista, statuine di Messein, Ginori, Sèvres o ancora il servizio Frankenthal di 150 pezzi circa, donato nel 1772 dal Principe Carlo Teodoro di Sassonia al cardinale Antici Mattei. Nel museo sono presenti numerose chinoiserie come mobili laccati, vasi cinesi ed importanti opere d’arte figurativa come la serie di sei scene da caccia di Vittorio Amedeo Cignaroli (1730-1800). Il Museo Accorsi da sempre interessato a diffondere la sensibilità e l’interesse culturale verso l’Arte decorativa, promuove fin dall’inizio eventi culturali di taglio scientifico ed offre dal 2000 la possibilità di usufruire di numerosi percorsi educativi rivolti al mondo della scuola e delle associazioni.
Nome
Museo Arti Decorative fondazione Pietro Accorsi
Tipologia Museo
Casa-museo
Categoria
Proprietà della città di Torino
Città/Provincia
Torino
Indirizzo
Via Po, 55 10124 Torino
Tel. +39 011.837.688.3
Fax +39 011.815.40.61
Materiale conservato
Casa-museo preziosamente ricostruita in tutti i particolari di arredo prevalentemente del XVIII secolo. Fra le innumerevoli opere d’Arte decorativa si distinguono un doppio corpo ed un piccolo cassettone del grande ebanista italiano del Settecento Pietro Piffetti, un comò veneziano laccato e dipinto, un rarissimo doppio corpo interamente rivestito in maiolica di Pesaro, collezioni di pregiata porcellana ed infine argenti settecenteschi di manifattura piemontese.
Modalità di visita/Orari
Da martedì a domenica ore 10.00-13.00; 14.00-18.30.
Giorno di chiusura: Lunedì
La biglietteria chiude alle ore 18.00
Visite condotte da storici dell’arte della durata di un’ora.
Prezzo del biglietto
Biglietto intero € 8,00
Biglietto ridotto € 6,00, solo per gruppi, convenzioni, studenti fino a 26 anni e persone dai 65 anni di età.
Biglietto intero museo e mostra € 10,00
Biglietto ridotto museo e mostra € 7,00
Descrizione del luogo
Il Museo di Arti Decorative Fondazione Pietro Accorsi appare quasi unico nel suo genere in Italia, esso fu fondato, nel 1999, per volere dell’omonimo nella sua dimora d’appartenenza. Riccamente decorato offre al visitatore la possibilità di rivivere l’atmosfera delle antiche abitazioni piemontesi del Settecento ponendosi come una tappa d’obbligo per tutti coloro che, interessati all’Arte decorativa settecentesca, vogliono assaporare una selezione di opere di alta qualità.
Servizi aggiuntivi
Accessibile alle persone disabili
Su prenotazione, visite in inglese e francese.
Su prenotazione, percorso tattile per non vedenti e ipovedenti
Per relative prenotazioni: Tel +39 011.837.688.3
Storia del Museo
Situato in uno storico palazzo nel centro della città piemontese fu costruito intorno al 1684. In seguito, nel 1776, fu acquistato dall’Ordine Mauriziano. Nel 1901 il padre di Pietro Accorsi venne nominato dall'Ordine, portinaio dello stabile in cui si trasferì con tutta la famiglia. Nel 1956, dopo l’intero palazzo divenne di proprietà di Pietro Accorsi (Torino 1891-1982) che dotato di straordinaria curiositas e intuito artistico divenne uno dei più importanti antiquari del XX secolo. L’allestimento attuale ha mantenuto l’aspetto voluto dai fondatore e secondo il suo volere, il palazzo divenne sede della Fondazione e nel 1999 residenza del Museo delle Arti decorative, a lui intitolati.
Bibliografia d’orientamento
A. Gonzales-Palacios, Per una biografia di Pietro Piffetti, in G. Ferraris, Pietro Piffetti e gli ebanisti a Torino 1670-1838, Torino 1992, p. 7.
O. Vaenius, Quinti Horatii Flacci Emblemata. Imaginibus in aes incisis, Notisque illustrata, Studio
Othonis Vaeni Batavo-lugdunensin. Editio nova correctior, & SS. Patrum, Senecae atque
aliorum Philosophorum & Poetarum Sententiis, novisque Versibus aucta, Bruxellis, apud
Franciscum Foppens, 1683.
A. Cifani-F. Monetti, Fonti iconografico-letterarie di lavoro dell’ebanista torinese Pietro Piffetti.
Contributi documentari per la sua vita e scoperte per il cassettone a ribalta del palazzo del
Quirinale ed altri mobili, in “Bollettino d’Arte”, n. 131, Roma 2005, pp. 23-52.
A. Cottino, Museo di Arti Decorative. Guida breve, Torino 2000
Sitografia
www.exibart.com
Note museografiche
Illuminazione: Ottima
Visibilità: Ottima
Accesso disabili
Il museo offre l’accesso ai disabili.
Bambini
Ingresso accesibile ai bambini.
Negozio del museo
Guida
Contatti
Ufficio mostre ed eventi:
Tel. +39 011.837.688.5
Fax +39 011.839.87.89
e-mail: archiviofotografico@fondazioneaccorsi.it
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