OADI Lazio

A cura di Lucia Ajello

Il Gioiello nella Moda e nell’Arte

24 e 25 settembre 2022, Percorso espositivo a cura di Matilde Amaturo con Valentina Filamingo

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Si aprirà al pubblico in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2022, il percorso espositivo Il Gioiello nella Moda e nell’Arte al Museo Boncompagni Ludovisi, diretto da Matilde Amaturo e afferente alla Direzione Musei Statali della città di Roma, diretta da Mariastella Margozzi. All’interno degli spazi espositivi del Museo Boncompagni Ludovisi si snoda un racconto di storia della moda tra abiti, gioielli e ritratti dipinti, molti dei quali sottolineano lo stretto legame iconico tra gioiello e moda. Il tema prevalentemente affrontato nei dipinti è quello del “ritratto” (al femminile), il cui significato etimologico, storico letterario e sociale, è accompagnato da molte variazioni dai presupposti culturali e dalle destinazioni, che hanno sostenuto fin dall’antichità e lungo i secoli, dalle funzioni e dai contenuti di ampio respiro culturale. I gioielli in questi dipinti identificano il carattere e la personalità del personaggio ritratto, definendone lo stato sociale, come è tradizione fin dall’antichità. L’iter espositivo mette in luce gli elementi cruciali nella storia del gioiello come elemento determinante nel riconoscimento della figura ritratta, status symbol di un amore eterno (Philip Laszlo, Alice Blanceflor de Bildt, 1925), elemento accessorio porta fortuna (Giovanni Vagnetti, La Fattoressa di Anghiari, 1935 e Marcella Caja, La Ciociara, 1937), rappresentazione sia di bellezza sia di magia legato al significato intrinseco delle pietre preziose e delle perle (Cipriano Efisio Oppo, Ritratto della fidanzata, 1920; Giacomo Balla, La Bionbruna, 1926). Esemplari sono i gioielli e i monili esposti che concretamente trattano l’evoluzione della tecnica e della moda: i collier e i bracciali, anche le catene di materiale non pregiato, di stile americano che rimandano al momento di protesta degli anni Sessanta, in cui i gioielli costituivano un emblema di ribellione proprio nel loro essere antiestetici. Significativo è l’uso elegante e raffinato di materiali alternativi all’oro (i bracciali di finte perle in vetro e fiori di stoffa e cera). Infine, di raro pregio sono le sperimentazioni tecnologiche ed esecutive degli anni Settanta di Alberto Giorgi e Umberto Mastroianni, o ancora il revival dell’orientalismo con il pendente a forma di croce con ametista. La storia del gioiello al Museo si conclude con il Libro d’artista di Joseph Pace, Flowers#2, 2010 (carta, cartone ritagliati, pigmenti dorato, bijoux, lamina dorata), gioiello teosofico, tra amuleto e simbolo esistenziale, concludendo o meglio riaprendo alle prospettive dei gioielli moderni tra lusso dei brand e serialità di marca. Il percorso espositivo sarà aperto fino al 30 ottobre 2022.


Raffaello – Il Rinnovamento nel linguaggio orafo contemporaneo

L’ Università e Nobil Collegio degli Orefici di Roma ha indetto la terza edizione del concorso gioielloinarte,  dedicato a Raffaello e al rinnovamento nel linguaggio orafo contemporaneo. Un  premio Internazionale di arte orafa progettato in occasione del cinquecentenario della scomparsa dell’artista.  L’edizione del 2020 è stata in precedenza sospesa per le direttive collegate al Covid e oggi è ripresa a seguito dei cambiamenti che stanno gradualmente riportando alla normalità le Attività Culturali in Italia.

Le opere degli artisti partecipanti si possono ammirare nella mostra a cura di Aldo Vitali,  dal 16 al 24 giugno, presso gli spazi del Nobil Collegio.

I gioielli sono stati valutati da una giuria composta da Lucia Ajello, Laura Astrologo Porché, Luigi Bravi, Gabriele Barucca, Barbara Brocchi, Lorenzo Buccellati, Bianca Cappello, Ida Caruso, Monica Cecchini, Anna Fiorelli, Claudio Franchi, Benedetta Montevecchi, Steven Tranquilli, Marina Valli.

 La premiazione si svolgerà il 25 giugno 22 in onore della festa di S. Eligio.

L’esposizione è accompagnata da un saggio edito da Gangemi Editore, a cura di Silvia Valletta e con testi critici di Aldo Vitali, Riccardo Alfonsi, Ida Caruso e Claudio Franchi.


Marble. Connections and Refractions Conferenza e Incontro inaugurale di NeReMa

Il prof. Dario Gamboni (Università di Ginevra), terrà una conferenza dal titolo Marble. Connections and Refractions che sarà trasmessa da remoto su Zoom giovedì 16 settembre alle ore 18:00 e si svolge in occasione dell’incontro inaugurale del network di ricerca internazionale NeReMa – International Network for Research on Marble and Decorative Stones, fondato da Ariane Varela Braga e Joris van Gastel, Universität Zürich.

La lezione e la presentazione del progetto possono essere seguite attraverso il seguente link:

https://us02web.zoom.us/j/7475586652?pwd=SllJUUZhcHNZM1hvT3Boak5mQjlaQT09

Si segnala inoltre che nei giorni successivi all’evento online, il 17 e il 18, si terrà un Workshop in presenza presso i locali della Bibliotheca Hertziana,Villino Stroganoff, la cui partecipazione è solo su invito.


Mostra e conferenze “Unconventional Touch. Reset Gioielli e Accessori”

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In occasione dell’apertura della mostra “Unconventional Touch. Reset Gioielli e Accessori” promossa dall’associazione no profit Officine di Talenti Preziosi (OTP), nella Sezione In Town della kermesse capitolina Altaroma, si terrà dal 7 al 10 luglio un fitto programma di conferenze, talk e incontri dedicati alla storia dell’oreficeria e al design del gioiello contemporaneo presso la sede dell’Università e Nobil Collegio degli Orafi Argentieri dell’alma Città di Roma.

Si veda la locandina per maggiori informazioni.


Ripresa attività dell’ Università e Nobil Collegio degli Orafi Argentieri dell’alma Città di Roma

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L’Università e Nobil Collegio degli Orafi Argentieri dell’Alma Città di Roma riprende, dopo la forzata pausa dovuta alle normative AntiCovid, i suoi incontri e le sue Manifestazioni Culturali, con una serie di visite guidate, a scadenza mensile, della sede Istituzionale, la raffaellesca chiesa di Sant’Eligio degli Orefici.

Relatore sarà il Prof. Aldo Vitali, Console Camerlengo del Nobil Collegio e Storico dell’Arte Orafa, che condurrà alla scoperta delle Opere presenti all’interno del Sodalizio ed alla Storia Artistica dei più eminenti esponenti della Cultura Orafa Romana nei cinque secoli della sua Storia.

Le Visite avranno un numero prestabilito di partecipanti e per la prenotazione e altre informazioni si prega di rivolgersi alla Segreteria dell’Università al  numero telefonico  06 68 68 260.


1527. Il sacco di Roma. Nuova pubblicazione

1527 IL SACCO DI ROMA COPERTINA

Il volume a cura di Sabine Frommel e Jérôme Delaplanche con la collaborazione di Claudio Castelletti è stato pubblicato nel 2020 da Campisano ed è stato realizzato grazie al sostegno di “Villa Médicis Académie De France À Rome”

“L’anno 1527 cambiò le sorti della penisola italiana, che nel contesto europeo si avviò verso la sua progressiva emarginazione politica e militare, di cui il Sacco di Roma fu una manifesta e terribile rappresentazione. Attraverso un confronto tra i fenomeni della storia, dell’arte, dell’architettura, della letteratura e della storiografia artistica, il presente volume aspira a gettare luce sugli eventi che, nel corso di quell’annus Horribilis per Roma e per il Papato, innescarono un processo di trasformazione politica, religiosa, sociale e artistica. Oltre alla rilettura di documenti già̀ noti, si offrono testimonianze e fonti inedite che suggeriscono nuove interpretazioni del Sacco, all’epoca strumentalizzato spesso a scopi politici e di propaganda. Le indagini dedicate dagli autori a temi significativi come le condizioni economiche, la situazione demografica e la vita sociale dimostrano che l’invasione delle truppe imperiali non causò la crisi di Roma, ma la accelerò drasticamente, contribuendo ad aggravare processi degenerativi in corso già prima del Sacco”.

 All’interno del volume trovano spazio anche diversi contributi che focalizzano l’attenzione sulle arti decorative. Si segnala, infatti, la sezione ARTI FIGURATIVE E ARTI DECORATIVE con i seguenti contributi: Michelangelo prima e dopo il Sacco di Roma, Christoph Luitpold Frommel – Réflexions autour des conséquences du Sac de Rome à Venise, Michel Hochmann – Il disegno e la diffusione di modelli nelle arti decorative prima e dopo il Sacco, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò – La stampa calcografica a Roma prima e dopo il Sacco del 1527, Eckhard Leuschner – Le allegorie del Sacco di Roma del 1527 nella maiolica di Francesco Xanto Avelli, Claudio Castelletti – Orefici, argentieri e il Sacco di Roma. Appunti di storia dell’oreficeria romana nel XVI secolo, Lucia Ajello.


Valadier. Splendore nella Roma del Settecento: mostra e catalogo

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Nell’autunno 2019 si è celebrata nei luoghi della Galleria Borghese una grande mostra monografica a cura di Anna Coliva dedicata a Luigi Valadier, il più acclamato ebanista, fonditore e orafo italiano della sua epoca e uno dei protagonisti del clima culturale sviluppatosi a Roma alla metà del Settecento.

Luigi Valadier (1726-1785), esponente più illustre di una famiglia di argentieri proveniente dalla Francia, lavorò per buona parte del Settecento per le più importanti figure di spicco del clero e della nobiltà romana tanto che la sua fama si spinse oltre i confini della penisola italiana e raggiunse tutta l’Europa, ricevendo rilevanti committenze da Francia, Inghilterra e Spagna. La sua straordinaria tecnica nel cesellare, sbalzare e incidere i metalli lo portò a sviluppare un gusto e uno stile assolutamente all’avanguardia, che ne ampliò la dimensione artistica da quella di grande artefice di arredi sorprendenti a realizzatore di imprese più ambiziose e monumentali.

La mostra è stata occasione per realizzare un catalogo a cura di Geraldine Leardi pubblicato da Officina Libraria che raccoglie saggi e schede degli studiosi Anna Coliva, Marina Minozzi, Chiara Teolato, Teresa Leonor M. Vale, Francesco Leone, Alessandro Agresti, Lucia Ajello, Adriano Amendola, Sofia Barchiesi, Olga Bazhenova, Michele Benucci, Alessandra Imbellone, Sibilla Panerai, Valeria Rotili, Ilaria Sgarbozza, Rüdlinger Splitter, Roberto Valeriani.


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Lo scrigno dei papi. Doni preziosi tra arte e diplomazia

Sante Guido, docente della Pontificia Università Gregoriana,  terrà una conferenza dal titolo Lo scrigno dei papi. Doni preziosi tra arte e diplomazia.
L’evento avrà luogo martedì 7 maggio alle ore 18.30, presso la chiesa di Santa Maria in Vallicella di Roma (Chiesa Nuova).


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Presentazione della guida del Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative,
il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX

Venerdì 14 dicembre 2018, alle 17.00, il Polo Museale del Lazio – Palazzo Venezia diretto da Edith Gabrielli presenterà al Museo Boncompagni Ludovisi diretto da Matilde Amaturo la guida “Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX”curata da Matilde Amaturo ed edita da Editoriale Artemide.

Discuteranno della monografia Edith Gabrielli, Direttrice del Polo Museale del Lazio, Matilde Amaturo, Direttrice del Museo Boncompagni Ludovisi e Ivana Bruno, Professore associato di Museologia, critica artistica e del restauro dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale.

Il volume illustra la storia del villino Boncompagni Ludovisi, legato nel 1970 da Alice Blanceflor Boncompagni Ludovisi de Bildt allo Stato italiano affinché fosse adibito a “scopi artistico-culturali di pubblica utilità”. Per dare compiuta attuazione alle volontà testamentarie della principessa, il villino divenne nel corso del 1995 sede del  Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX. La collezione del museo, oltre a esporre in maniera permanente gli arredi originali, focalizza l’attenzione sull’arte decorativa dal 1900 al 1950,  ripercorrendo l’evoluzione della moda dalla fine dell’Ottocento fino agli ultimi decenni del Novecento con una storia per immagini della Moda, del Costume e delle loro trasformazioni a cavallo tra i due secoli anche grazie ai dipinti a firma di importanti artisti dell’epoca.

La guida è articolata in cinque sezioni che trattano della storia del villino e delle trasformazioni del rione Sallustiano, della collezione di porcellane a firma Meissen, del nucleo di bronzi, ceramiche e vetri in stile Liberty e Decò, dei dipinti del XIX e XX secolo, degli abiti e accessori di Alta Moda. Completano il volume le schede di approfondimento su alcune opere della collezione.

Hanno contribuito al volume: Laura Catini, Flora Ferrara, Valentina Filamingo, Graziella Fotia, Maria Rita Spinetti.

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Gli Arrighi e Giovanni Giardini. Nuove scoperte in un articolo di Jennifer Montagu

Si segnala il recente articolo a firma di Jennifer Montagu pubblicato su The Burlington Magazine (Ottobre 2018) intitolato “Giovanni Francesco Arrighi: a newly discovered account book”.

Un libro contabile della famiglia degli argentieri Arrighi è stato recentemente scoperto dalla studiosa presso l’Archivio di Stato di Roma. Il documento, coprendo un arco temporale che va dal 1685 al 1724, dà modo di rivelare nuove informazioni su Giovanni Francesco Arrighi e, allo stesso tempo, consente di mettere in luce preziose notizie  sulla prima opera di suo figlio Antonio.

Le indagini condotte da Jennifer Montagu hanno consentito una nuova attribuzione al più famoso argentiere dell’epoca, Giovanni Giardini.


CICLO DI CONFERENZE IN OMAGGIO AD ANNA BULGARI CALISSONI:
MAGISTER ANTONIUS – L’ORAFO ANTONIO DA SAN MARINO E IL SUO TEMPO A CURA DI ANNA FIORELLI

Giovedì 30 novembre 2017 alle  20:30, presso la Chiesa di Sant’Eligio degli Orefici, Anna Fiorelli, storica del gioiello, terrà una conferenza dedicata all’orafo Antonio da San Marino illustrando le attuali linee di ricerca legate alla figura del noto orefice. Ingresso libero, si consiglia prenotazione.

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CICLO DI CONFERENZE IN OMAGGIO AD ANNA BULGARI CALISSONI: “RISTUDIANDO I VALADIER” A CURA DEL PROF. ALVAR GONZÀLES PALACIOS

L’Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argentieri dell’Alma Città di Roma, ha voluto rendere omaggio, con una serie di conferenze e conversazioni sul tema dell’Argenteria Romana, ad Anna Bulgari Calissoni per la sua mirabile storia  spesa a rappresentare al meglio il prestigio della Cultura Orafa-Argentiera Romana iniziata con l’opera del padre Costantino e da lei mirabilmente portata a compimento. La preziosa iniziativa, proposta e organizzata dal Maestro Aldo Vitali, prende avvio il 26 ottobre alle ore 19.00  presso la Chiesa di Sant’Eligio degli Orefici con la conferenza dal titolo “Ristudiando i Valadier” a cura del Prof. Alvar Gonzàles Palacios. Ingresso libero, si consiglia la prenotazione.

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Quando la fabbrica costruì San Pietro. Un cantiere di lavoro, di pietà cristiana e di umanità (XVI-XIX secolo), presentazione del volume

Martedì 4 aprile 2017, presso l’oratorio del Gonfalone, a Roma, alle ore 17,00, sarà presentato il volume Quando la Fabbrica costruì San Pietro. Un cantiere di lavoro, di pietà cristiana e di umanità (XVI-XIX secolo), a cura di Assunta Di Sante e Simona Turriziani, Foligno 2016.

Il libro, edito in occasione dell’Anno Giubilare straordinario della Misericordia, presenta gli esiti di originali studi condotti presso l’Archivio Storico della Fabbrica di San Pietro in Vaticano.

L’opera  consente di esplorare diverse linee di ricerca che riguardano non solo il finanziamento e l’amministrazione del denaro destinato alla costruzione e alla decorazione della Basilica di San Pietro, ma anche le politiche lavorative messe in atto dalla Fabbrica di San Pietro. Vengono delineate in questo contesto inedite figure di artiste e artigiane dedite al  lavoro di decorazione della Fabbrica.

In occasione della presentazione interverranno Angelo card. Comastri, Presidente della fabbrica di San Pietro; Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani; Luciano Palermo, Professore ordinario di Storia Economica dell’Università della Tuscia e gli interventi saranno moderati da Massimiliano Ghilardi, Direttore associato dell’Istituto Nazionale di Studi Romani.

Saranno presenti le curatrici e gli autori.


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ARCHITECTURE AND TRAUMA: SILVER AND SALVATION IN BAROQUE NAPLES. CONFERENZA DELLA PROFESSORESSA HELEN HILLS

Mercoledì 22 marzo 2017,  alle ore 18.00, presso i locali della British School at Rome, la professoressa Helen Hills, docente di Storia dell’Arte dell’ Università di York,  terrà una conferenza dal titolo Architecture and trauma: silver and salvation in baroque Naples.

 L’argento, per la sua natura intrinseca,  veicola da sempre valori di incorruttibilità e di purezza diventando così un materiale princeps per la realizzazione di suppellettili sacre. Eppure, l’argento è legato anche alle violenze perpetrate dal colonialismo spagnolo. La professoressa Hills, da sempre attenta allo studio delle arti decorative, esaminerà dunque le apparenti divergenti qualità di questo materiale nobile, investigando le relazioni tra colonialismo e cultura nel Barocco in Italia e, in particolare, a Napoli.

Per maggiori informazioni si veda l’abstract tratto dal sito della British School at Rome:

“Baroque Naples was tarnished in Protestant Europe with a reputation for excess — most especially an excess of silver in its churches and chapels, part of the mort main of the Spanish church, a prodigious resource that was gathering dust rather than fighting wars or generating interest. Silver was the material par excellence for chalices, pyx and plate, for carte di gloria and sacred and liturgical objects of many kinds, including the spectacular solid silver reliquaries in the Treasury Chapel of San Gennaro in Naples, unsurpassed amongst European treasuries. Silver was intimately implicated in discourses of the sacred, of assaying, of testing, of purity, purification and authenticity and sanctity through the discourse of light, lux and lumen, shine and the capacity to reflect light. And its threads were entangled in noble dress, furniture and accoutrements of aristocratic fashion. Yet silver was particularly implicated, too, in the violence of Spanish colonialism. This paper examines these apparently divergent qualities of silver to investigate relationships between matter and affect, colonialism and culture in baroque Italy”.


La Fucina Di Vulcano – Studi sull’arte per Sergio Rossi a cura di Stefano Valeri. Presentazione del volume

Lunedì 5 dicembre 2016,  alle ore 19.00, presso  il Punto Vendita Einaudi di Via Labicana 114

Claudio Zambianchi, Marco Bussagli, Stefano Colonna presenteranno il libro

La Fucina di Vulcano- Studi sull’arte per Sergio Rossi a cura di Stefano Valeri (Lithos editrice).

Il volume raccoglie  saggi a firma di Pier Francesco Pistilli, Luciano Rossi, Carla Rossi, Stefania Macioce, Alessandra Bertuzzi, Claudio Crescentini, Virginia Pisani, Alessandro Zuccari, Antonio Vannugli, Carme Narváez, Lucia Ajello, Mariano Carbonell, Federica Costa, Maria Celeste Cola, Eva March, Federico De Mattia, Elena Damiani, Massimo Fiorot, Antonella Perna, Cristina De Santis, Michela Bassu, Alessandra Montagnoli, Cristiano Rosati e Stefano Valeri.

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Le dodici tazze dell’Imperatore e la collezione degli argenti del Cardinal Pietro Aldobrandini nel 1600, Conferenza di Stefanie Walker

Stefanie Walker, funzionario per programmi di ricerca alla National Endowment for the Humanities degli Stati Uniti,  giovedì 23 giugno alle ore 20.30, terrà una conferenza presso la chiesa romana di Sant’ Eligio degli Orefici che riguarda l’insieme di dodici tazze in argento dedicate ai cosiddetti “Dodici Cesari”, realizzate tra il 1570 e il 1580 su ispirazione dell’opera De vita Caesarum di Svetonio che furono di proprietà del cardinale Ippolito Aldobrandini.


ESRARC 2016

8th European Symposium on Religious Art Restoration & Conservation


Gioielloinarte, la Roma del Bernini: presentazione del catalogo e inaugurazione della mostra.

Nell`ambito dell’organizzazione della seconda edizione del concorso internazionale di gioielleria indetto dall’Università e Nobil Collegio degli Orefici, Gioiellieri e  Argentieri dell’Alma Città di Roma, si comunicano le fasi finali della manifestazione.
Il concorso e il catalogo saranno presentati in anteprima alla stampa il 19 maggio alle ore 17.00, presso la sala mostre e convegni di Gangemi Editore. Il giorno dopo, 20 maggio alle ore 19.00, presso  la sede dell’Università degli Orefici, sarà inaugurata la mostra di gioielli e si svolgerà la premiazione dei vincitori (ingresso solo su invito). La mostra sarà poi aperta al  pubblico dal 21 al 29 maggio.

“Serpentiform-  Arte gioielleria, design”
Un dialogo tra le arti, i gioielli Bulgari tra le spire del tempo.

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Il valore simbolico della forma serpentina conduce da sempre a molteplici significati. Basti ricordare i connotati ctoni della grande Dea Madre, la pothnia theròn mediterranea rappresentata come Signora dei Serpenti e la raffigurazione della Vergine Maria con i serpenti ai piedi.

La mostra “Serpentiform-  Arte gioielleria, design” è promossa da Roma Capitale Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideata e realizzata da Bulgari con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, è curata da Lucia Boscaini, Bulgari heritage curator, con la collaborazione del dipartimento Brand Heritage della maison.

 L’esposizione si tiene a Palazzo Braschi, Museo di Roma, dal 10 marzo al 10 aprile 2016 e intende omaggiare il simbolo del dualismo del bene e del male che ha attraversato, strisciando, tutti i popoli con l’intento di far dialogare varie forme d’arte le quali, in diverse epoche e contesti culturali, hanno prodotto manufatti, opere, costumi e, naturalmente, gioielli ispirati al famoso rettile squamato.

Un manichino con un costume di Abigaille del Nabucco di Giuseppe Verdi di Stefano Nicolao e Shizuko Omachi, con un lungo serpente dorato, invita lo spettatore a entrare negli ambienti del secondo piano di Palazzo Braschi in cui, in diverse sale, si svolge la mostra curata dalla maison.

E cosi, con la complicità di un allestimento musicale che riproduce una solida identità sonora,  curata dalla Soundsolution, si viene catapultati nel mondo serpentino di Joana Vasconcelos, si possono rivivere gli anni Ottanta con i serpentoni con grande lingua biforcuta di Keith Haring, si viene travolti dai serpenti a strisce e a pois di Niki de Saint Phalle e poi da quelli di Joan Mirò, Piero Dorazio, Fortunato Depero, Alexander Calder, Mat Collishaw, Paul Klee, Michael Velliquete, dalle fotografie conturbanti di Richard Avedon, Helmut Newton e Robert Mapplethorpe.

Opere d’arte che dimostrano quanto il serpente possa rappresentare un felice trait d’union di artisti contemporanei, lontani per cifra stilistica ma uniti, in queste sale, per uno stesso comun denominatore.

Ma il serpente, come si accennava all’inizio, è uno degli animali che più si è insinuato nell’immaginario umano e si è tradotto anche in monili dal forte valore apotropaico.

La scelta di esporre dei bracciali in lamina d’ oro del I secolo a.C. originari di Pompei, collocati in una teca centrale in una sala in cui è presente una statua di Ercole fanciullo con i serpenti del 160-180 d.C. e un frammento marmoreo del III sec. d.C., ricorda come la raffigurazione del serpente in oreficeria sia una costante iconografica sin da tempi immemori e abbia potuto trarre ispirazione e, a sua volta, ispirare le altre arti figurative in un rapporto paritetico.

I monili più antichi in esposizione richiamano il legame tra Roma e Alessandria dopo la conquista di Alessandro Magno e rammentano come i culti egiziani siano stati tradotti in Italia e soprattutto a Pompei con Iside, evoluzione di Wadjet, divinità egiziana rappresentata come cobra.

Un pannello digitale, nella stessa sala, consente di valicare i confini spazio-temporali e ammirare una statuetta votiva della dea dei Serpenti di civiltà minoica, una pittura aborigena con serpente arcobaleno conservata oggi presso l’Austrialian Museum di Sidney, un dettaglio del tempio dedicato al serpente piumato in Messico, una scultura maya e, ancora, un calco su carta del Dio Fuxi della dinastia cinese Han. Tutte opere che attraverso il medium digitale si materializzano dinanzi ai nostri occhi. In modo immediato possiamo esperire come diverse realtà e culture siano state ispirate dall’ofide.

La mostra non vuole solo mostrare come il rettile sia un elemento da ammirare con una stretta visione storicistica: il serpente può cambiare i costumi, non solo in senso lato.

Una sezione della mostra è dedicata ai vestiti di scena e alla moda. Dai vestiti con motivi serpentini di Krizia, Coveri ad un particolare omaggio a Cleopatra con il costume originale di Vittorio Nino Novarese indossato da Liz Taylor, icona e cliente della maison, nell’omonimo film del 1963.

Alla fine di questo “percorso iniziatico” fatto di pitture, sculture, fotografie e costumi di ogni epoca, si palesano finalmente i padroni di casa: i gioielli Bulgari.

Ed ecco che è possibile ammirare bracciali, collane, borse cinture e orologi dalle forme serpentine, in teche in cui le didascalie sono poste nelle pareti laterali per non disturbare la visione.

Fin dagli anni quaranta del Novecento, Mario e Costantino Bulgari hanno omaggiato il mito del serpente realizzando dei gioielli zoomorfi che richiamano il gusto greco-romano per un mondo stravagante e naturalistico. Un ritorno al classico di derivazione ottocentesca.

Il motivo ancestrale serpentino viene declinato per la prima volta per realizzare degli orologi-bracciali. L’esposizione consente di osservare l’evoluzione dei gioielli Bulgari. Così come l’animale invertebrato, icona della casa, cambia pelle, i gioielli si evolvono per forme e colori, mostrando una costante attenzione per materiali preziosi e tecniche orafe sofisticate e sempre all’avanguardia.

E dunque, nei primi modelli di orologio, molto stilizzati, della fine degli Quaranta, il corpo elastico e flessibile è in oro giallo con finitura lucida, realizzato in Tubogas (fasce tubolari flessibili prive di saldature) o in maglia intrecciata d’oro. La cassa presenta generalmente forma rotonda o quadrata. In seguito, le versioni Tubogas esibiscono forme nuove per cassa e quadrante: ora ottagonali, ora a goccia. Mentre i materiali scelti per il bracciale sono l’oro, l’acciaio, l’acciaio brunito o anche oro e acciaio insieme.

Negli anni Sessanta la tendenza a un’interpretazione più realistica della realtà si traduce anche in gioielleria: numerosi elementi separati evocano le scaglie del rettile e la cassa dell’orologio si trova alloggiata dentro la testa dell’animale.  Il corpo è in oro oppure in oro e smalto policromo. Negli anni Settanta, la tecnica Tubogas si modella per dare vita a esemplari dal design sempre più moderno. Interessante è la scelta di esporre non solo gioielli storici ma anche delle collane di produzione odierna, come quella del 2016 in oro rosa, con snakewood (un particolare legno sud-americano che presenta una venatura maculata che ricorda la pelle di serpente) e diamanti, dimostrando che l’impiego di un materiale “povero” come il legno può essere accostato con intelligenza e audacia alle pietre più preziose.

Si segnala che Bulgari a Baselworld ha presentato recentemente la nuova collezione Serpenti Incantati Tourbillon Lumière, esito della fusione tra Alta Gioielleria e Alta Orologeria e ha in programma molte iniziative che avranno come protagonista il rettile, come ad esempio, il lancio del progetto editoriale “Serpenti in Art” pubblicato dalla casa editrice Canvas.

La mostra, quindi, si configura come un dialogo attento tra le arti che hanno omaggiato in diverse epoche l’animale archetipo che è entrato, snodandosi nel tempo, nell’immaginario collettivo legato a Bulgari.

Un’esposizione che non si traduce dunque solo come omaggio alle radici della maison.

Un’occasione – riuscita-  per dare voce a un simbolo di rigenerazione e di trasformazione.

 


Call for paper: ESRARC 2016

 

Dal 26 al 28 maggio 2016 a Viterbo, presso L’Università degli Studi della Tuscia, si terrà l’ottava edizione dell’EUROPEAN SYMPOSIUM ON RELIGIOUS  ART  RESTORATION & CONSERVATION.

 L’interazione tra aspetti materiali e immateriali dell’arte religiosa sarà indagata da più punti di vista grazie a diversi studi interdisciplinari.

Per maggiori informazioni consultare il bando


Il gioiello nel XX secolo, una storia di straordinaria varietà, conferenza di Amanda Triossi

Giovedì  14 aprile 2016 alle ore 20,30, presso la Chiesa di S. Eligio degli Orefici di Roma, Amanda Triossi, storica del gioiello, docente di storia del design del gioiello e consulente per aziende nel settore del lusso, terrà una conferenza dal titolo Il gioiello nel XX secolo, una storia di straordinaria varietà.
Si indagherà l’evoluzione del design dell’alta gioielleria dai primi del Novecento agli albori del  nuovo secolo;  scoprendo, in tal modo, la varietas degli stili, delle tendenze e dei dettami che caratterizza la produzione novecentesca dedicata al settore . Verranno illustrate e messe in relazione con la moda del tempo le più rappresentative tipologie di gioiello di ogni decade con una particolare attenzione alle più rinomate firme quali: Boucheron, Bulgari, Chaumet, Cartier, J.A.R., Tiffany, Van Cleef & Arpels e Winston.
Ingresso libero, si consiglia la prenotazione. Fare clic qui per scaricare la locandina.

Laudato sì alle radici della vita, il legame tra sacro e contemporaneo nel segno delle opere di Mastro 7

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Nei secoli passati i maestri orafi realizzavano stocchi, rose d’oro e superbe suppellettili religiose, felici testimonianze del rapporto profondo che intercorre, ininterrotto, tra le arti orafe e la chiesa di Roma. Oggi questo legame sembra rinnovarsi, grazie alle creazioni contemporanee di Settimo Tamanini, in arte Mastro 7. A darne prova è, infatti, Laudato sì alle radici della vita, la mostra di Mastro 7, allestita presso la Chiesa di S. Ignazio di Roma, visitabile dal 18 febbraio al 3 aprile 2016, a cura di Padre Federico Pelicon S.J. L’esposizione presenta un itinerario volutamente non pre-ordinato di imponenti sculture di alberi in rame. Un mandorlo, un fico, un melograno, un melo e altre sculture arboree dialogano idealmente, grazie anche ad una sapiente illuminazione, con le splendide quadrature della chiesa realizzate da Andrea Pozzo nel corso del XVII Secolo.  Accomunati non solo dalla stessa città natale, Trento, ma anche dalla volontà di trasfigurare il reale, gli affreschi di Pozzo ingannano e meravigliano al contempo, così come gli alberi di Mastro7 stupiscono la vista: la magistrale lavorazione del rame puro a fuoco soffiato e fiammato illude lo sguardo, tanto da confondere le percezioni e far sembrare veri i tronchi rugosi e cavi degli alberi e far apparire realmente caduchi i frutti loro appesi. La scelta di realizzare le sculture in rame, materiale antichissimo e allo stesso tempo eco-sostenibile, ben si presta al messaggio che Mastro 7 intende veicolare: ogni albero è accompagnato da un passo della bibbia e dell’enciclica Laudato sì, ricordando che l’illusione comporta una trasposizione ad una realtà altra, spirituale, che consente l’accostamento ad un percorso ecologico e di francescana fratellanza con gli altri uomini. La religio evocata dal “bosco sacro” di Settimo Tamanini annuncia una possibile rinascita e invoca il rispetto per tutte le creature e per il nostro pianeta.  Mastro7, attraverso un linguaggio universale raffigurato dalle “Piante delle Grandi Madri”, richiama così i dettami della chiesa contemporanea delineati da Papa Francesco.
L’antico legame tra oreficeria e fede si è evoluto ed è ancora ben saldo.


I reliquiari degli argentieri napoletani Capozzi (circa 1830), il primo capitolo di “Depositi in mostra”

 

Sabato 19 dicembre alle ore 16.30, presso il Museo dell’Abbazia di Montecassino, s’inaugura la mostra I reliquiari degli argentieri napoletani Capozzi (circa 1830), realizzata dal Polo Museale del Lazio in collaborazione con l’Abbazia di Montecassino.

L’esposizione che chiuderà i battenti il 16 febbraio 2016,  focalizza l’attenzione su due reliquiari di origine napoletana  e attribuiti alla bottega dei Capozzi, tra le principali interpreti della grande tradizione partenopea dell’argenteria e ancor più dell’arredo sacro. I due argenti, oggi  custoditi nei depositi del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, furono eseguiti fra il 1824 e il 1832, come documenta il bollo del saggiatore Paolo de Blasio, il perito incaricato di comprovare la qualità e il titolo dell’argento.

L’evento è il primo capitolo di “Depositi in mostra “. Il progetto, ideato da Edith Gabrielli, Direttore del Polo Museale del Lazio, che consiste nel selezionare e riportare all’attenzione del pubblico, attraverso lo strumento della mostra, manufatti che provengono dai depositi del Polo, esponendoli in musei e in altre sedi del territorio del Lazio.

Su tali basi la mostra di Montecassino – curata da Gabriella Musto, con la collaborazione di Paolo Castellani e Antonio Potenza e con il coordinamento di Sonia Martone – si pone obiettivi molteplici, concatenati e interdipendenti. Essa vuole in prima istanza valorizzare due argenti da molto tempo nascosti al grande pubblico, reinserendoli  così nel circuito della fruizione e della ricerca. La seconda istanza è richiamare l’attenzione su Palazzo Venezia e il relativo Museo Nazionale, luogo fra i più significativi di Roma e invece attualmente fuori dalle comuni rotte turistiche. La scelta di aprire il  primo capitolo di “Depositi in mostra” con due manufatti liturgici rimarca, in occasione del Natale e del Giubileo della Misericordia, la sensibilità del Polo Museale del Lazio nei confronti dell’Abbazia di Montecassino  e, attraverso Montecassino, per tutte le abbazie e i luoghi sacri affidati allo stesso Polo.

The Eternal Baroque Studies in Honour of Jennifer Montagu

 

Giovedì 15 ottobre 2015, presso la Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, alle ore 17.00, si terrà una conversazione con Jennifer Montagu in occasione della presentazione del volume The Eternal Baroque Studies in Honour of Jennifer Montagu.

Interverranno Maria Giulia Barberini, Angela Cipriani, Elena Bianca di Gioia, Sergio Guarino, Elisabeth Kieven.

Jennifer Montagu, già docente a Oxford e a Cambridge, è uno storico dell’arte di fama mondiale che  ha al suo attivo studi fondamentali sul barocco italiano e sulla sua interpretazione critica. Sebbene Montagu non ami definire il suo approccio allo studio con una metodologia rigida, bensì come un tentativo di dare una risposta ai diversi interrogativi che la storia dell’arte pone; è fuor di dubbio che la sua attenta analisi del ruolo e dell’organizzazione delle botteghe degli artigiani in relazione agli architetti progettisti e  ai voleri della committenza, è un punto di riferimento per generazioni di studiosi che si dedicano a temi storico-artistici del XVII e XVIII Secolo.

Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano: Bronzes (1963); Roman baroque sculpture: the industry of art (1989);  Gold, silver and bronze: metal sculpture of the Roman baroque (1995); Algardi, l’altra faccia del barocco (1999);  Antonio Arrighi. Silversmith and bronze founder in Baroque Rome (2009).

Il 6 – 7 Settembre 2013 al The Wallace Collection di Londra,  sessantadue tra gli studiosi più importanti della scultura europea sono stati invitati a partecipare ad un simposio in suo onore. Trenta dei  saggi presentati al convegno sono stati selezionati per la pubblicazione di The Eternal Baroque Studies in Honour of Jennifer Montagu a cura di Carolyn H. Miner, edito da Skira.

Un omaggio ai “quesiti” prediletti da Jennifer Montagu e al suo modo di risolverli. Fare clic qui per scaricare l’invito.


Seconda edizione del concorso internazionale “Gioielloinarte”, un’occasione per valorizzare la storia e le tecniche dell’arte del gioiello.

Sotto il segno benevolo di Bernini, l’Università e Nobil Collegio degli Orafi dell’Alma Città di Roma bandisce la seconda edizione del concorso internazionale “Gioielloinarte” dedicato a designers specializzati in materie preziose.

Fine del concorso è quello di diffondere la cultura dell’arte del gioiello affinché l’opera preziosa sia  intesa come sintesi di alta tecnica esecutiva e creatività del suo artefice.

Ricerca,innovazione e contemporaneità sono le prerogative richieste da “Gioielloinarte”.

La giuria, presieduta dal Console Camerlengo dell’Università degli Orefici Maestro Corrado Di Giacomo, e composta da eminenti personalità del mondo orafo, della cultura e dell’arte, valuterà gli elaborati e proclamerà il vincitore del primo premio del valore di € 3.000,00; l’opera che invece otterrà il maggior numero di voti dalla giuria avrà una menzione speciale e un buono di € 1.000,00 per acquisto libri.

Tutti i gioielli selezionati per il concorso saranno esposti in una mostra Gioielloinarte “La Roma del Bernini” e saranno pubblicati nel relativo catalogo edito da Cangemi-Roma.

Il concorso si rivelerà anche una felice opportunità per promuovere manifestazioni culturali intorno all’arte del gioiello. Letture, conferenze e dibattiti avranno luogo presso la sede del Nobil Collegio da ottobre a marzo 2016. Si approfondiranno temi legati alla storia e alle tecniche dell’oreficeria, dando particolare attenzione a puntuali aggiornamenti dedicati al settore orafo odierno.

Le domande d’iscrizione dovranno pervenire entro e non oltre il 10 ottobre 2015

Il bando del concorso è scaricabile al seguente link:

http://149.202.116.215/santeligio/bandoconcorso.pdf


I 100 anni della famiglia Castellani nella storia dell’Università degli Orefici: Camerlenghi, fondatori e propugnatori della “Scuola degli Orafi”,  conferenza di Corrado di Giacomo

Mercoledì 4 Marzo 2015 alle ore 18.00, presso la Sala della Fortuna  del MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA, Corrado di Giacomo, Camerlengo del Nobil Collegio degli Orefici, terrà una conferenza dal titolo I 100 anni della famiglia Castellani nella storia dell’Università degli Orefici: Camerlenghi, fondatori e propugnatori della “Scuola degli Orafi” 

Saranno approfonditi i diversi aspetti del legame  che unisce l’ Università  degli Orefici e i  Castellani, la cui raccolta di oreficerie, fiore all’occhiello della vastissima collezione di manufatti archeologici confluiti al Museo Etrusco di Villa Giulia nei primi decenni del ‘900, è presentata in un nuovo suggestivo allestimento, recentemente inaugurato, al piano nobile della Villa di Papa Giulio III.

La conferenza sarà introdotta da Alfonsina Russo,  Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale. Fare clic qui per scaricare la locandina.


I CASTELLANI E L’OREFICERIA SACRA.  Conferenza di Sante Guido 

 

Giovedì 5 febbraio 2015 alle ore 20,15, presso la Chiesa di S. Eligio degli Orefici di Roma, Sante Guido, restauratore-conservatore e storico dell’arte, terrà una conferenza dal titolo I CASTELLANI E L’OREFICERIA SACRA.  

Una opportunità per mettere in luce un gruppo omogeneo di opere, non molto studiate, di soggetto sacro facenti parte della vasta produzione della nota bottega romana dell’Ottocento. Saranno dunque indagate alcune suppellettili ecclesiastiche quali calici, lampade votive, una coperta di messale oltre alla nota Pace in niello sia da un punto di vista storico-artistico che tecnico. 

Ingresso libero, si consiglia prenotazione.

Fare clic qui per maggiori informazioni


“La camera delle meraviglie: seduzioni dai gioielli Castellani”

MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA 29 gennaio 2015, ore 18.00 inaugurazione del nuovo allestimento

 

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia si arricchisce di un nuovo allestimento dedicato ai gioielli della Collezione dei Castellani, celebri orefici e antiquari romani del XIX Secolo. 

Il nuovo allestimento, adibito nella cinquecentesca Sala delle Arti e delle Scienze del Museo, prevede una installazione multimediale interattiva che consentirà al visitatore  di approfondire la storia della famiglia Castellani, conoscere i diversi aspetti dell’attività orafa, comprendere le diverse tecniche, ammirare le gemme utilizzate e i raffinati bozzetti. Uno sguardo oltre il gioiello sarà offerto da due preziosi manufatti realizzati dai Castellani che, in questa occasione, saranno esposti a Villa Giulia fino alla fine di febbraio: il Calice di Santa Maria Maggiore e la Pace di Sant’Eligio degli Orefici. 

Completa il percorso di visita l’esposizione temporanea di monili e gioielli restituiti da corredi funerari etruschi in una presentazione che intende proiettare il collezionismo antiquario e i Castellani nel più ampio contesto archeologico dell’Etruria, del Lazio e dell’Umbria. 

Il nuovo allestimento sarà aperto al pubblico da venerdì 30 gennaio. 

 

Fai clic qui per visualizzare l’invito


Furnishing the Baroque Palace. Drawings for Roman decorative arts and their use”, 

conferenza  del prof.  Martin Olin

 

Mercoledì 28 Gennaio 2015, presso l’Istituto Storico Austriaco a Roma (Viale Bruno Buozzi 113) alle ore 18.00, il prof. Martin Olin, vicedirettore dell’ Istituto Svedese di Studi Classici a Roma,  terrà una conferenza dal titolo Furnishing the Baroque Palace. Drawings for Roman decorative arts and their use”.

 
Sarà approfondito lo studio di un gruppo di disegni decorativi italiani e, in particolare, romani del Seicento, conservato al National Museum di Stoccolma e acquistato a Roma dall’architetto Nicodemus Tessin il giovane nel 1688.  L’occasione consentirà di affrontare anche il tema relativo al ruolo delle arti decorative nel cerimoniale di corte del XVII Secolo.
Ingresso libero.

Ornamento, tra arte e design

 

Martedì 25 novembre 2014 alle ore 15.00, presso L’Accademia Nazionale di San Luca,  in occasione della presentazione del volume Ornamento, tra arte e design: interpretazione, percorsi e mutazioni nell’Ottocento (Basilea, 2013), curato da Ariane Varela Braga, studiosi italiani e stranieri confronteranno le proprie ricerche sull’ornamento moderno, restituendo l’evoluzione attuale degli studi.

 Fare clic qui per scaricare invito e programma:

http://www.istitutosvizzero.it/Uploads/File/cartolina%20ornamento%281%29.pdf
http://www.accademiasanluca.eu/news/2014/2014.11.25_convegno.ornamento/comunicato_programma.pdf


I DIAMANTI SINTETICI TRA SCIENZA E MERCATO, conferenza del dott. Piero De Stefano

Giovedì 13 novembre 2014 alle ore 20,15, presso la Chiesa di S. Eligio degli Orefici di Roma, Piero De Stefano, Primo Console dell’Università e Nobil Collegio degli Orefici, terrà una conferenza dal titolo I DIAMANTI SINTETICI TRA SCIENZA E MERCATO. Un’occasione per fare il punto sulle attuali conoscenze dei metodi di produzione e le relative modalità di riconoscimento. Concluderà una riflessione sul mercato attuale e sulle possibili implicazioni legate ai sintetici.  Ingresso libero, si consiglia prenotazione.

La collezione di argenti sacri della chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi in Roma, presentazione del libro di Teresa Leonor M. Vale.

Lunedì 6 ottobre 2014, alle ore 18.00, presso il Salone Nobile dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, sarà presentato il libro “A colecção de prataria sacra da Igreja de Santo António dos Portugueses em Roma, La collezione di argenti sacri della chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi in Roma” di Teresa Leonor M. Vale, pubblicato per i tipi della Gangemi editore.

Presenta il Prof. Aldo Vitali

Indirizzo di saluto:

Mons. Agostinho da Costa Borges, Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma

Dott. António de Almeida Ribeiro, S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede

Sarà presente l’autrice. Per  approfondire e sfogliare in anteprima il volume cliccare qui.


10 settembre 2014

L’oro nei secoli dalla Collezione Castellani e L’oreficeria Sacra dei Castellani in Vaticano. Due mostre per celebrare la famosa bottega

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Nel 1814 Fortunato Pio Castellani apre a Roma la sua bottega in via del Corso. In occasione del bicentenario viene celebrata quest’anno la famosa bottega con due mostre: una ad Arezzo presso i locali sottostanti della Basilica di San Francesco e una in Città del Vaticano presso il Museo del Tesoro di San Pietro. Le due esposizioni mettono in evidenza in modo diverso l’estro di due generazioni di orafi che hanno rivoluzionato la storia dell’oreficeria romana ed europea.

La mostra aretina “L’oro nei secoli dalla collezione Castellani”, visitabile dal 16 aprile fino al 2 novembre 2014, a cura di Alfonsina Russo Tagliente e Ida Caruso si rivela un’occasione felice per valorizzare le arti orafe. Un avatar raffigurante S. Eligio, Patrono degli orafi e argentieri, ispirato al celebre dipinto di Petrus Christus “L’orefice nella sua bottega”, oggi al Metropolitan Museum di New York, accoglie i visitatori raccontando la vita delle botteghe orafe. Coralli, cristalli di rocca vengono descritti nei loro aspetti simbolici e storici. Nella prima sala dell’esposizione un pannello esplicativo approfondisce la storia delle corporazioni degli orefici; i documenti provenienti dal Nobil Collegio degli Orefici di S. Eligio di Roma dimostrano la concessione della patente per l’esercizio dell’attività orafa ad Augusto Castellani con l’esposizione della relativa placchetta. La scelta espositiva di porre degli specchi per mostrare il retro della Pace del 1840 di Pio Castellani consente una globale visione dell’opera.

Il fulcro dell’esposizione si palesa nel confronto diretto tra i gioielli archeologici e quelli dei Castellani. Si ricorda, infatti, che la produzione orafa della bottega si collega alla passione per il collezionismo di antichità. Le antiche oreficerie greche ed etrusche furono modelli ispiratori delle originali creazioni dei Castellani. Si rileva pertanto metodologicamente idoneo il paragone nella stessa teca tra la coppia di orecchini originali di fine IV sec. a.C. e la spilla lavorata a granulazione di manifattura Castellani della metà dell’Ottocento. Si alternano, dunque, nelle diverse teche gioielli archeologici e gioielli Castellani con puntuali pannelli esplicativi che spiegano le diverse tecniche utilizzate. È sempre la bottega orafa ad a risultare protagonista indiscussa della mostra. Un altro avatar di S. Eligio, questa volta ispirato al Retablo di S. Eligio del Maestro di Sanluri degli inizi del XVI secolo, conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari, illustra gli strumenti utilizzati dagli orefici. Un video ispirato al dipinto “L’oreficeria” di Alessando Fei del 1571 rappresenta il cortile degli Uffizi adibito a laboratorio di oreficeria. Maestri orafi muovono i manufatti, li controllano con le lenti, utilizzano i bulini. Tra i suoni e rumori di questa bottega virtuale si possono ammirare i micro mosaici dei Castellani che segnano l’apice della creatività degli orafi romani.  L’innovativo allestimento multimediale e la presenza di documenti d’archivio approfondiscono la storia dell’oreficeria italiana nel XIX secolo in un momento culturale e politico di grande fermento in cui predominano le vicende dell’Unità d’Italia e le grandi scoperte archeologiche nel Lazio e in Etruria. La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico edito da Palombi e Mosaico.

Un diverso approccio è quello alla base della piccola mostra “L’oreficeria Sacra dei Castellani in Vaticano” a cura di Sante Guido in esposizione dal 17 aprile fino al 31 dicembre 2014 presso il Museo del Tesoro della Basilica di San Pietro in Vaticano. Un’esposizione che, in linea con altre realtà internazionali, focalizza l’attenzione per alcuni mesi su selezionate opere della collezione permanente del Museo con l’intento di valorizzare manufatti poco studiati e dare così nuovi stimoli.  La mostra, dedicata alle oreficerie sacre dei famosi orafi romani, dà nuova luce a due opere recentemente restaurate: una Coperta di messale in oro, perle, gemme e avorio realizzata da Augusto e Alfredo Castellani nel 1890 e una lampada votiva in oro e gemme realizzata nel 1878 dal solo Augusto. Si tratta di due opere donate al Capitolo Vaticano per espressa disposizione di Alfredo Castellani. I due manufatti si distinguono nel vasto panorama delle altre opere realizzate dagli orafi romani come testimonianze di una produzione di una classe di oggetti di uso liturgico estremamente rara e ad oggi limitata a pochissimi esemplari noti.

Degna di nota la collocazione dei due manufatti posti entrambi in una teca di vetro al centro della cappella dei Beneficiati in una posizione che consente di ammirare entrambi su tutti i lati. Dei pannelli esplicativi in italiano e in inglese chiariscono il valore delle opere e esaminano gli aspetti storico -artistici e tecnici.

 L’oreficeria Sacra dei Castellani in Vaticano è protagonista del diciassettesimo numero del bollettino d’archivio dedicato a studi e documenti sulla storia del capitolo vaticano e del suo clero a cura di Mons. Prof. Dario Rezza, canonico vaticano. In tale pubblicazione Sante Guido ricostruisce la storia dei due preziosi manufatti in relazione al contesto culturale e artistico in cui sono attivi i Castellani e alla luce del recente restauro che ha coinvolto le due opere. Il restauro eseguito da Sante Guido ha pertanto fornito nuovi elementi sulla tecnica esecutiva e sulla qualità creativa della bottega romana; il ritrovamento di una serie di documenti inediti rintracciati in tale occasione ha consentito, inoltre, di inserire tali manufatti nel ristretto novero delle opere più emblematiche della produzione Castellani.

Entrambe le mostre omaggiano l’arte degli orafi italiani più un voga del XIX secolo, approfondendo diversi aspetti della loro fertile produzione, dall’arte squisitamente profana a quella sacra.

 


 25 giugno 2014

 Il Premio  “Armando De Simoni 2014” – Valorizzare e incoraggiare la professione dei  giovani orefici

L’Università e Nobil Collegio degli Orafi dell’Alma Città di Roma assegna dei premi d’incoraggiamento a giovani apprendisti orafi, argentieri, incisori con spiccato talento artistico, che si siano distinti per capacità  tecniche e per qualità morali.

Il Premio “Armando De Simoni 2014”, intitolato alla memoria del noto orafo romano che si è sempre interessato ai problemi connessi alla formazione professionale nel settore, ha come fine il mantenere vive le tradizioni della scuola orafa romana.

Si segnala, inoltre, che sempre nell’ambito della manifestazione, per onorare la memoria del celebre Gilberto Lefevre, maestro di cesello e sbalzo, la famiglia e il Nobil Collegio hanno istituito il Premio “Gilberto Lefevre” per cesellatori e sbalzatori consistente in una borsa di studio.

Il Bando si rivolge a giovani orefici e l’ultima data utile per iscriversi è  il 30 giugno 2014; sono previste delle prove di esame per le quali i concorrenti dovranno presentare dei manufatti eseguiti personalmente. Tutte le informazioni possono essere reperite al link sotto indicato.

I  due premi sono iniziative concrete a sostegno di settori professionali come quelli delle arti orafe, oggi spesso in crisi a causa delle attuali condizioni di mercato; essi attestano l’impegno dell’Università e Nobil Collegio nella valorizzazione di questi antichi mestieri e, in particolare, dimostrano l’attenzione nei confronti delle nuove leve di orefici.

http://www.universitadegliorefici.it/Bando%20De%20Simoni%202014.pdf


22 maggio 2014

Il Tesoro di San Gennaro a Roma, divertirsi imparando con i preziosi di Napoli

Si è conclusa il 2 marzo a Palazzo Sciarra la preziosa mostra dedicata al tesoro di San Gennaro, promossa da Fondazione Roma e organizzata da Fondazione Roma- Arte -Musei, in collaborazione con il Museo del Tesoro di San Gennaro. L’esposizione è stata curata da Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro e Ciro Paolillo, esperto gemmologo e docente presso l’Università La Sapienza di Roma.
L’esposizione non solo ha rivelato un nucleo imponente del tesoro partenopeo accompagnato da antiche testimonianze cartacee, dipinti, arredi sacri con lo scopo di svelare l’antica storia dei beni preziosi, ma è anche stata una buona lezione di come si può allestire una mostra di arti decorative.
Il grande successo dell’esposizione si spiega, infatti, non solo grazie all’importanza dei manufatti preziosi che raccontano sette secoli di storia ma anche a un percorso espositivo che ha destato l’interesse di un pubblico eterogeneo e ha usato differenti registri per attrarre spettatori con diverso grado culturale ed età, accompagnando lo spettatore in un viaggio verso la scoperta dei capolavori del tesoro partenopeo.
Per familiarizzare con la storia del Santo si è chiesto al pubblico, nella prima sala dell’esposizione, di fare uso della pressa a secco per imprimere il simbolo di S. Gennaro su un cartiglio in modo da riconoscerlo nei manufatti a lui dedicati. Un espediente che ha attirato adulti e bambini e che ha consentito di far conoscere in modo ludico la simbologia delle ampolline che ricordano il sangue versato da S. Gennaro.
Altro interessante momento didattico è servito invece a spiegare in modo immediato e diretto una tra le più antiche tecniche orafe: il cesello. La riproduzione di un piatto del XVII secolo realizzato con l’ausilio di tecnologie digitali, da toccare a occhi chiusi è stata efficace per riconoscere la materia preziosa abilmente cesellata e i suoi decori barocchi. Lo spettatore, memore dell’esperienza sensoriale appena vissuta, è rimasto affascinato dal tripudio barocco rappresentato dai manufatti che ha potuto vedere e quindi riconoscere dinanzi ai suoi occhi. Pissidi, brocche, coppie di giare e candelieri cesellati, sbalzati ed altri preziosi sono stati esposti vicino a grandi pannelli fotografici raffiguranti i vicoli di Napoli, utili a raccontare in modo vivido la storia del mestiere dell’orafo.
Prima di accedere alle sale dedicate alle opere più preziose, lo spettatore ha avuto la possibilità di cimentarsi da provetto gemmologo nel riconoscimento delle pietre che ornavano i manufatti più importanti della mostra. Copie di ametiste, rubini, diamanti sono state messe a disposizione del pubblico. Il fruitore, grazie ad una lente, ha potuto osservare in questo modo i diversi tagli delle pietre preziose.
Interessante la collocazione della preziosa Mitra gemmata realizzata da Matteo Treglia nel 1713, ben visibile in tutti i suoi aspetti, posta al centro della sala più imponente di Palazzo Sciarra e protetta agli angoli dai busti in argento di San Giovanni Battista (1695), S.Attanasio Vescovo (1672), S. Eufebio Vescovo (1672), S. Francesco Borgia (1695).
Suggestive fotografie che rimandavano alla processione dedicata al Santo invitavano a varcare la sala dove era conservata la pregiata collana di San Gennaro. Un pannello illustrava in modo dettagliato tutte le varie parti della collana.
Nella sala del reliquario del Sangue un video raccontava i momenti cruciali del rito delle ampolle: suoni, voci e un ritmo incalzante evocavano l’attaccamento popolare invitando lo spettatore a partecipare emotivamente al Milagrum.
Le ultime sale sono state dedicate ai doni reali a San Gennaro. Anche in questo caso, lo spettatore ha potuto vivere un momento di intrattenimento volto all’uso educativo. Degli avatars digitali, collocati accanto ai doni preziosi esposti, impersonavano i diversi regnanti europei, prendendo vita a una certa distanza dal visitatore e raccontando ognuno il proprio legame con il Santo.
Le settanta opere di inestimabile valore esposte in mostra attraverso questi espedienti didattici si sono caricate di una fascinazione spettacolare, e hanno coinvolto non solo un pubblico specialista ma anche degli spettatori generalmente distanti dal mondo dell’oreficeria.
La mostra poi, oltre al catalogo edito da Skira, si è arricchita di un sito tutt’ora attivo che prevede dei momenti didattici digitali dedicati ai più piccoli. I giochi virtuali ricordano esempi di soluzioni analoghe impiegate da alcune importanti realtà museali europee, dimostrando ancora una volta l’apertura dei curatori alle nuove tecnologie che interessano i beni culturali.
La mostra non solo ha rispettato le regole più aggiornate dell’Edutainment, ovvero quell’intrattenimento finalizzato a scopi didattici, ma si è rivelata anche un momento felice di incontro e dibattito. Roma ha infatti potuto vivere nei mesi in cui ha ospitato la mostra lo spirito della città partenopea anche attraverso diverse conferenze, tutte metodologicamente coerenti ai diversi temi legati alla mostra, che hanno approfondito le origini del tesoro partenopeo, la sua conservazione, il rapporto con la città di Napoli, la fortuna dei dipinti napoletani nel mercato dell’arte e la storia delle pietre preziose presenti nel tesoro. Non sorprende che oggi la mostra stia avendo un successo internazionale. Dopo l’esito positivo della trasferta romana, il tesoro ha varcato per la prima volta nella sua storia i confini nazionali. Dal 19 marzo al 20 luglio la collezione sarà esposta al Musée Maillol della capitale francese e probabilmente sarà poi presente anche in altre capitali europee e intercontinentali. “Il Tesoro di Napoli I capolavori del Museo di San Gennaro” ha mostrato ad un pubblico ampio come ci si possa divertire ed emozionare con l’oreficeria, anche con quella sacra. Senza perdere di vista la sua storia e il suo valore.