Museu Calouste Gulbenkian

 

 

 

Museu Calouste Gulbenkian, Lisbona

di Francesco Gabriele Polizzi

 

A detta dell’orafo René Lalique, il magnate del petrolio e filantropo di origini armene Calouste Sarkis Gulbenkian (1869-1955) “avait quelque chose des grands seigneurs de la Renaissance qui savaient jouir de leur richesse et de leur puissance au suprême degré tout en restant eux mêmes”. Come un signore rinascimentale Gulbenkian, che nella prima metà del Novecento era uno degli uomini più ricchi al mondo, amò circondarsi delle più raffinate opere d’arte, lasciandosi guidare nella scelta dal proprio gusto e da pochi fidati consiglieri, tra cui sir Kenneth Clark, direttore della National Gallery di Londra tra il 1934 e il 1945.

Risultato di un impegno profuso per oltre cinquant’anni, la raccolta consta di ben 6440 opere d’altissima qualità, un tempo distribuite per ragioni di sicurezza tra i principali musei occidentali (British Museum, National Gallery di Londra, National Gallery of Art di Washington) e la casa-museo che Gulbenkian possedeva in Avenue d’Iéna a Parigi.

Alla fine dei suoi giorni Gulbenkian accarezzò l’idea di istituire una fondazione privata con sede a Lisbona, che potesse tramandare il proprio nome ai posteri e continuare quell’impegno nella filantropia e nella cultura che lo aveva contraddistinto in vita. Della fondazione avrebbe fatto parte anche un museo che, finalmente, avrebbe accolto sotto lo stesso tetto l’intera collezione. Il progetto divenne realtà nel 1969, quando venne inaugurato il complesso architettonico di cui fanno parte, insieme al museo, i vari dipartimenti della fondazione, l’auditorium e la biblioteca.

Il percorso espositivo del Museu Calouste Gulbelkian può essere suddiviso in due grandi tranche che obbediscono a criteri geografici e cronologici.

La prima è dedicata all’antichità: vi ritroviamo reperti egizi, greco-romani, mesopotamici, persiani, armeni. A questi seguono opere d’arte decorativa provenienti dall’estremo oriente, come sculture di giada, mobili laccati, tessuti, porcellane e un’interessante raccolta di inro, piccoli contenitori-gioiello indossati alla cintura dagli uomini giapponesi per sopperire all’assenza di tasche nei kimono.

Il secondo percorso è dedicato alle arti visive europee dal Medioevo sino alla prima metà del XX secolo. L’intera storia dell’arte occidentale sfila di fronte agli occhi dei visitatori, che possono ammirare in un unico luogo dipinti di Dierik Bouts, Van der Weyden, Cima da Conegliano, Carpaccio, Rubens, Van Dyck, Rembrandt, Guardi, Gainsborough, Lawrence, Fragonard, Corot, Boucher, Manet, Renoir, Degas, Monet, Burne-Jones, Boldini. Per quanto concerne le arti decorative, ben documentate sono l’arte dell’arazzo, con esemplari francesi, fiamminghi e italiani del XVI e XVII secolo, e l’ebanisteria francese delle epoche Reggenza, Luigi XV e Luigi XVI.

Vanto del museo è la sezione con cui si conclude la visita. Il Gulbenkian accoglie una delle più importanti raccolte di opere realizzate da René Lalique (1860-1945): centosettantanove tra gioielli, vetri e altri oggetti sempre eccezionali per qualità e originalità. La raccolta è paradigmatica dell’intera produzione di Lalique e documenta i temi e l’immaginario dell’orafo più famoso dell’Art Nouveau.

Spille, collier, pettorali, pendenti, pettini, diademi su cui si librano libellule, pavoni, api, bombi, cavallette, serpenti, fiori, furono collezionati da Gulbenkian tra il 1899 e il 1920. Il milionario amava seguire le esposizioni cui prendeva parte l’amico René Lalique, nel quale aveva intravisto un artista destinato ad entrare a pieno titolo nella storia dell’arte.

Per tutte le informazioni riguardanti l’esposizione permanente e quelle temporanee, periodo e orari di visita, eventi e servizi, biglietti e indicazioni su come raggiungere il museo con i mezzi di trasporto pubblici, si rinvia al sito www.museu.gulbenkian.pt (disponibile in portoghese e inglese).

 

Sitografia

www.gulbenkian.org.uk

www.museu.gulbenkian.pt

 

Riferimenti bibliografici

Richard Trewinnard; Maria Isabel Pereira Coutinho, The Collector and his Taste: Calouste S. Gulbenkian (1869-1955), Lisbona 2001.

Maria Teresa Gomes Ferreira, Lalique bijoux, Lisbona 1999.