di Francesco Gabriele Polizzi
Noto come ‘la piccola Versailles belga’, il castello di Belœil rappresenta con il suo parco di 25 ettari uno dei più affascinanti complessi storico-monumentali del Belgio.
Il maniero che fu dei Condé giunse per lascito testamentario ai Ligne prima del 1394, insieme al titolo di signori di Belœil. Le cure costanti dei Ligne hanno fatto sì che l’edificio perdesse l’originario carattere difensivo (rinvenibile nella presenza di torri angolari e di un ampio fossato), per trasformarsi in residenza gentilizia dotata di ali laterali (1682 e 1699) e di uno splendido parco, realizzato nel corso di ben dieci generazioni (1520-1780).
I principi di Ligne succedutisi nel corso del tempo si sono altresì impegnati ad arricchire le raccolte d’arte ivi conservate con dipinti, sculture e oggetti che, nel complesso, costituiscono un interessante percorso attraverso la cultura e il gusto di una delle più prestigiose casate europee. Ogni salone dispone di mobili d’epoca, ricchi di storia e fascino, dovuti in gran parte al lavoro di ebanisti francesi dei secoli XVII e XVIII; tra questi trovano posto arazzi fiamminghi e dipinti di scuola francese, chinoiserie e porcellane di Meissen, armi e orologi dalle fatture più disparate.
Se al feldmaresciallo Charles-Joseph (1735-1814), celebre letterato e pensatore, sono legati il ritratto di Caterina II di Russia e numerosi altri cimeli che testimoniano il prestigio di cui godette nell’Europa del suo tempo, la luminosa carriera politica e diplomatica di Claude-Lamoral I (1610-1679) è immortalata nelle tre monumentali tele del salone degli Ambasciatori. Esse ritraggono il suo arrivo a Londra nel 1660 in qualità di ambasciatore di Filippo IV di Spagna, l’udienza al cospetto di Carlo II d’Inghilterra e, infine, la cerimonia di insediamento sul trono vicereale di Sicilia, opera quest’ultima del messinese Filippo Giannetto.
Oltre a costituire una fondamentale tappa del proprio cursus honorum, il soggiorno siciliano (1670-1674) ha rappresentato per Claude-Lamoral l’occasione per conoscere e ammirare l’arte trapanese del corallo, come dimostrano i preziosi manufatti custoditi oggi nella cappella del castello.
La raccolta, forse la più ricca tra quelle estere dedicate al corallo trapanese, colpisce per copia e qualità delle opere presenti, documentando il divenire delle tecniche e del gusto nella prassi dei maestri corallari dei secoli XVI e XVII. Ne fanno parte rosari, grotte, statuine, un corredo da altare, cappellette a veduta prospettica, un servizio da scrittoio e due imponenti monetari architettonici, con tanto di stemma gentilizio in corallo e rame dorato sull’archivolto del portale.
Per tutte le informazioni riguardanti periodo e orari di visita, eventi e servizi aggiuntivi, biglietti e visita virtuale al dominio di Belœil, si rinvia al sito www.chateaudebeloeil.com (disponibile in francese, neerlandese e inglese).
Sitografia
Riferimenti bibliografici
Carlo Bronne, Belœil et la maison Ligne, Tournai 1979.
Antonio Daneu, L’arte trapanese del corallo, Palermo 1964.
Maria Concetta Di Natale, Ars corallariorum et sculptorum coralli a Trapani, in AA. VV., Rosso Corallo. Arti preziose della Sicilia Barocca, catalogo della mostra (Torino 2008), Cinisello Balsamo 2008.
Francesco Gabriele Polizzi, “Arti applicate siciliane nelle collezioni dei Principi di Ligne: le ragioni storico-culturali di una raccolta”, in Incontri. Rivista europea di studi italiani, 2008/1.
Andrée Scufflaire, Jean Dugnoille, Joost De Geest, Le château de Belœil, Gand 1994.