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II.9_230

Giuseppe Sciuti
Ritratto del figlio Eugenio e della nipote Sofia
1905
Olio su tela
98×58 cm
Inv. 230

Giuseppe Sciuti (Zafferana Etnea, 1834 – Roma, 1911) lasciò Zafferana Etnea a quindici anni per Catania, dove soggiornò presso lo scenografo Giuseppe Distefano e fu allievo di Giuseppe Gandolfo; a causa del dissesto finanziario familiare seguito all’eruzione dell’Etna fu attivo a lungo come decoratore a Giarre insieme a Giuseppe Spina. Dal 1863 circa fu a Firenze dove entrò in contatto con una realtà artistica particolarmente vivace che trovava nel Caffè Michelangiolo un punto di riferimento importante. Va a merito dell’avanguardia fiorentina se si specializzò nel linguaggio pittorico, nell’analisi del vero e nell’osservazione della natura. Il soggiorno napoletano alla scuola di Domenico Morelli fu determinante per l’acquisizione e il perfezionamento in senso verista, che si palesa nell’opera Peppa la cannoniera del 1865, e orientò l’interesse di Sciuti verso il genere storico d’ascendenza morelliana a sfondo celebrativo. Prese parte alle Promotrici di Napoli e a rassegne internazionali come l’Esposizione Universale di Vienna del 1873. Il dipinto raffigurante il figlio Eugenio e la nipote Sofia rientra nella ritrattistica di Sciuti occupando un posto di rilievo insieme a opere particolarmente felici come il Ritratto della nuora del 1901, oggi di proprietà della Fondazione Sicilia presso Villa Zito.

L’opera di Giuseppe Sciuti, acquistata dall’Ente Autonomo Teatro Massimo insieme ad altri dipinti dello stesso artista nel 1987/1988, ritrae il figlio e la nipote dell’artista, Eugenio e Sofia. Il figlio dell’artista, Eugenio Sciuti nato nel 1860, è raffigurato a mezzo busto e con un libro aperto tra le mani in compagnia della figlia giovinetta Sofia che lo cinge dolcemente con un braccio. Intensa la resa degli sguardi dei soggetti raffigurati con affettuosa partecipazione dell’artista mentre si rivelano degne di nota le accensioni luministiche capaci ora di accentuare ora di alleggerire le cromie più scure in virtù di un colorismo brillante e spontaneamente vivace.

Bibliografia

P. Sciuti, Giuseppe Sciuti pittore…, 1938, p. 153; Giuseppe Sciuti 1834-1911…, 1988, pp. 38-39; M. Calvesi, A. Corsi, Giuseppe Sciuti…, 1989, p. 179, n. 114, ill. a p. 132, n. 45; A. Ficarra, Sciuti…, 1991, ill. a p. 27.