Giuseppe Sciuti
L’uscita di Ruggero I re di Sicilia dal Palazzo Reale di Palermo
1894-1896
Tempera su tela
1200×1400 cm
inv. 227
Giuseppe Sciuti (Zafferana Etnea 1834 – Roma, 1911) fu allievo a Catania di Giuseppe Gandolfo e proseguì la sua formazione a Firenze e a Napoli entrando a far parte del gruppo di allievi di Domenico Morelli. La sua produzione, incline all’influenza dei Macchiaioli, si orientò verso una pittura storica caratterizzata dalla rievocazione dell’antichità classica in chiave didascalica e celebrativa. La critica gli riconobbe particolare abilità nella ricostruzione di grandi scene di massa e fastose ambientazioni classiche, riscontrabili in opere come Pindaro che esalta un vincitore dei giochi olimpici (1872) e I funerali di Timoleonte (1874), oggi rispettivamente alla Pinacoteca di Brera a Milano e alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo.
Tale attitudine si riscontra anche in un’opera monumentale come il sipario realizzato per il grande palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo progettato da Giovan Battista Filippo Basile. Fu Ernesto Basile nel 1893 a commissionare l’opera a Sciuti «rispettando il desiderio del mio Genitore e assicurando l’esito splendido di una parte principalissima della decorazione della sala» (G. Pirrone, Il Teatro Massimo…, 1984, p. 167), richiedendo che la stessa si intonasse per stile, ricchezza e qualità alle decorazioni della Sala degli Spettacoli, considerandola una delle parti essenziali della macchina scenica secondo quanto stabilito dal progetto del padre Giovan Battista Filippo Basile, scomparso nel 1891.
Tra il 1894 e il 1896 Sciuti realizzò il sipario, dalle ampie dimensioni e dal soggetto fastoso, a Roma presso la chiesa di San Saba all’Aventino e il Palazzo dell’Esposizione in via Nazionale, ricorrendo a un sistema di cilindri che consentiva di arrotolare il supporto dell’opera man mano che essa veniva realizzata, e ispirandosi alle opere di Michele Amari Biblioteca arabo-sicula (1881) e Storia dei musulmani di Sicilia (1854-1872). Il sipario raffigurante L’uscita di Ruggero I re di Sicilia dal Palazzo Reale di Palermo colloca sullo sfondo di un’architettura dalla forma squadrata, caratterizzata da una sequenza di archi a sesto rialzato e leggermente ogivali e sormontata dalle caratteristiche cupole color porpora, un nutrito gruppo di personaggi riuniti per assistere all’uscita del re di Sicilia Ruggero I dal Palazzo Reale di Palermo. Tale ambientazione luminosa e di ampio respiro accoglie nella parte centrale Ruggero I, re di Sicilia, scortato dai suoi cavalieri mentre esce dal Palazzo dei Normanni, oltre il quale si staglia il paesaggio della Conca d’oro, circondato da oltre quattrocento figure, descritte con grande perizia e cura per i dettagli come conviene al genere storico-celebrativo. L’opera, da considerare una delle più significative del pittore siciliano, viene così descritta da Maria Accascina nel 1939: «Fu quello il capolavoro di Giuseppe Sciuti. Quella tela immensa non chiude, ma apre la scena verso indefiniti orizzonti, in una grandiosità spaziale che nessuna folla riempie, restando dominatrice superba. Dai primi piani in cui la massa greve dei cavalli resta immersa nell’ombra, ai secondi piani in cui sfila il corteo che esce dal Palazzo Reale, sopra un tappeto di luce, ai terzi piani in cui il Palazzo Reale nel riposante riecheggiare di arcate, sconfina nel paesaggio solare; la coesione è qui serratamente ottenuta per classici equilibri, tra spazi e pieni, tra ombre e luci e per la trionfante luce» (M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, p. 67).
La raccolta di opere d’arte del Teatro Massimo include un nucleo prezioso di lavori di Sciuti che, oltre al sipario, comprende i dipinti Il genio dell’istruzione, Ritratto della moglie e Ritratto del figlio Eugenio con la nipote Sofia.
Bibliografia
P. Sciuti, Giuseppe Sciuti pittore…, 1938, p. 104; M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, pp. 67, 158, Tav. XLV, fig. 52; A.G. Alajmo, Storia di Sicilia nei sipari…, 1956, p. 5; F. Grasso, Ottocento e Novecento in Sicilia…, 1981, p. 182; G. Pirrone, Il Teatro Massimo…, 1984, pp. 140, 147, ill. a p. 141; M. Calvesi, A. Corsi, Giuseppe Sciuti…, 1989, pp. 30-31, 184, ill. a pp. 30, 152, n. 171; A. Ficarra, Sciuti…, 1991, p. 22, ill. a p. 18; Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Giuseppe Sciuti…, 2011, p. 43; S. Petrillo, Giù il sipario…, 2011, pp. 26-33; S. Proto, L’Ottocento: la città nuova…, 2015, ill. a p. 28.