- Autore
Ignoto
- Soggetto
Figurini di otto personaggi dell’opera “Guarany” di Antônio Carlos Gomes eseguita al Teatro Bellini di Palermo nel 1872/73
- Data
1872/73
- Luogo di produzione
Palermo
- Tecnica/materiali
Acquarello su carta
- misure
19,5 x 26,5 cm
- Inventario
114
- Provenienza / dono
Collezione del Teatro Massimo
- Restauri
Opera non restaurata
- Annotazioni / Iscrizioni
Sul recto: In alto “10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17.”, “Guarany”, “Cecilia nel 3° atto, nel 2° atto abito bianco- di notte”, “Antonio de Mariz 2° atto”, “Damigelle”, “Aimorè coro”, “Aimorè coro”, in basso “Avventurieri e cacciatori variando i colori”, “Ballerine”, “Ballerini”, “Visto il Delegato […]”, “Approvato il Presidente della Consulta Artistica Giuseppe Meli”
– Abstract
Nella tavola sono raffigurati nr. 8 abiti disegnati per i personaggi dell’opera “Guarany” di Antônio Carlos Gomes eseguita al Teatro Bellini di Palermo nel 1872/73
- Descrizione
Nella tavola sono raffigurati nr. 8 abiti disegnati per i personaggi di “Guarany”, opera composta da Antônio Carlos Gomes (1836 –1896) nel 1870 su libretto di Antonio Scalvini e Carlo D’Ormeville tratto dal romanzo “O Guarani” di José de Alencar, ed eseguita al Teatro Bellini il 1872/73. La prima assoluta ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano il 19 marzo 1870. La tavola fa parte di una raccolta di n. 3 fogli liberi identificati dall’iscrizione “Guarany”.
Personaggio 10: La donna è rappresentata a figura intera, di tre quarti, con il viso di profilo, il braccio destro disteso e quello sinistro proteso in avanti. Il personaggio indossa un lungo abito austero di colore verde scuro. Il modello è caratterizzato dalla vita particolarmente stretta, sottolineata dall’andamento del corpetto a punta, al di sotto del quale si apre una gonna fittamente pieghettata, che scende scampanata fino a terra, conferendo alla figura una forma “a clessidra”. L’abito è completato dalla gorgiera rotonda, da uno strascico molto contenuto e dalle maniche gonfie alla spalla che poi si restringono lungo il braccio. Il costumista si dimostra particolarmente abile nel rendere la consistenza del tessuto specialmente della gonna, per la quale utilizza effetti chiaroscurali. La mise è completata dal lungo velo trasparente che dall’acconciatura raccolta si stende dietro le spalle. Le caratteristiche dell’abito rimandano alla moda della seconda metà del XVI secolo come ampiamente documentato dalla ritrattistica del periodo in cui è ambientata l’opera, come nel caso dei dipinti di Giovan Battista Moroni.
Gli appunti riportati sotto il disegno specificano che il modello era destinato al personaggio di Cecilia, per il quale erano previste due varianti da indossare nel 2° e nel 3° atto.
Personaggio nr. 11 L’uomo è rappresentato a figura intera, in posizione frontale, con il braccio sinistro disteso e il destro proteso verso l’alto. Il costume, dalla foggia tipicamente cinquecentesca, è caratterizzato da un farsetto nero piuttosto attillato, non completamente abbottonato sul davanti, stretto alla vita da una cintura. Le maniche appaiono gonfie alla spalla e poi si restringono lungo il braccio. Il personaggio indossa, inoltre, le tipiche brache gonfie realizzate con la stessa stoffa del farsetto e stivali alla coscia chiari, in contrasto con la tonalità scura del resto dell’abito. Il costumista non tralascia dettagli che completano il disegno come la gorgiera rotonda e la berretta nera di stoffa morbida portata a sghimbescio, elementi che richiamano i tratti tipici della moda maschile del XVI secolo come è possibile constatare dalla ritrattistica del periodo in cui è ambientata l’opera e in particolare nei dipinti di Giovan Battista Moroni.
Le note rivolte alla sartoria specificano che il modello era destinato al personaggio di Don Antonio de Mariz. La letteratura specialistica segnala che nella stagione 1872/73 il ruolo di Don Antonio fu affidato al baritono Marè. Il disegno è caratterizzato da un tratto sottile che definisce la figura con precisione ed evidenzia le particolarità delle lavorazioni sartoriali previste per il costume.
Personaggio 12: La donna è rappresentata a figura intera, frontalmente e con le braccia conserte. Il personaggio indossa un lungo abito di colore bianco bordato con strisce blu. Il modello è caratterizzato dalla vita particolarmente stretta, sottolineata dall’andamento del corpetto a punta, al di sotto del quale si apre una gonna lunga fino a terra dalla forma scampanata. L’abito è completato dalla gorgiera rotonda che cela completamente il collo, da uno strascico molto contenuto, dalle spalline imbottite e dalle maniche strette. Il costumista si dimostra particolarmente abile nel rendere la consistenza del tessuto specialmente della gonna, per la quale utilizza effetti chiaroscurali. La mise è completata dal lungo velo trasparente che dall’acconciatura raccolta si stende dietro le spalle. Le caratteristiche dell’abito rimandano alla moda della seconda metà del XVI secolo come ampiamente documentato dalla ritrattistica del periodo in cui è ambientata l’opera, come nel caso dei dipinti di Giovan Battista Moroni.
Gli appunti riportati sotto il disegno specificano che il modello era destinato alle componenti del coro delle Damigelle.
Personaggio 13: La donna è rappresentata scalza, a figura intera, frontalmente e con la mano sinistra al fianco mentre con la destra tiene un arco. Il personaggio indossa una tunica smanicata a strisce verticali bianche e azzurre, stretta alla vita da una cintura. La gonna è lunga fino al polpaccio molto morbida e appare fittamente pieghettata. Il costumista non tralascia dettagli che completano il disegno come le piume che decorano i capelli, la faretra che si intravede dietro le spalle e l’arco. Il modello è completato da tatuaggi a motivi geometrici di colore rosso e blu che ricoprono viso, braccia, decolté e gambe. Le note rivolte alla sartoria specificano che il modello era destinato alle componenti del coro delle indigene Aimorè.
Personaggio 14: L’uomo è rappresentato a figura intera, di tre quarti, con il viso di profilo, mentre con la mano sinistra regge un arco. Il costume è caratterizzato da una veste corta e smanicata in pelliccia, stretta alla vita da una sottile cintura grigia. Il costumista non tralascia dettagli che completano il disegno come le piume che decorano i capelli, la faretra che si intravede dietro le spalle e l’arco. Il modello è completato da tatuaggi a motivi geometrici di colore rosso e blu che ricoprono viso, braccia, petto e gambe. Le note rivolte alla sartoria precisano che il modello era destinato ai componenti del coro degli indigeni Aimorè.
Personaggio 15: L’uomo, raffigurato a figura intera, di tre quarti con entrambe le braccia distese, indossa una divisa che richiama i modelli in uso nella seconda metà del XVI secolo. Dal pettorale in metallo, che non presenta decorazioni, fuoriescono la tipica gorgiera che cela completamente il collo e le maniche del farsetto nero con spalline imbottite. Il corredo militare è completato dalle brache imbottite coordinate col farsetto, dalle calzabrache grigie, dagli stivali al polpaccio e dal cappello scuro. Il costumista si sofferma su alcuni dettagli che completano il disegno come l’effetto metallico del pettorale, ottenuto grazie al sapiente uso degli effetti chiaroscurali. Le note rivolte alla sartoria indicano che il modello, con variazioni cromatiche, era destinato ai componenti del coro degli Avventurieri e dei cacciatori.
Personaggio 16: La donna è rappresentata scalza, a figura intera, frontalmente, con il braccio destro disteso mentre nella mano sinistra tiene una freccia. Il costume è caratterizzato da una veste in pelliccia, corta, smanicata, con scollo “a v”, stretta alla vita da una sottile cintura grigia decorata con piume rosse, elemento riproposto anche come ornamento dei capelli che il personaggio porta sciolti sulle spalle. Il costumista non tralascia dettagli che completano il disegno come la collana, la freccia e i tatuaggi a motivi geometrici di colore rosso e blu che ricoprono viso, braccia e gambe. Le note rivolte alla sartoria specificano che il modello era destinato alla realizzazione degli abiti indossati dalle ballerine.
Personaggio 17: L’uomo è rappresentato scalzo, a figura intera, frontalmente, con il viso di profilo, mentre con entrambe le mani tiene un arco. Il costume è caratterizzato da una veste in pelliccia, corta, smanicata, con scollo “a v”, stretta alla vita da una sottile cintura grigia. Il costumista non tralascia dettagli che completano il disegno come le piume che decorano la fronte, l’arco e i tatuaggi a motivi geometrici di colore rosso e blu che ricoprono viso, braccia e gambe. Le note rivolte alla sartoria precisano che il modello era destinato alla realizzazione degli abiti indossati dai ballerini.
- Riferimenti ad altre schede
114a-114b
- Bibliografia
Inedito
- Parole chiave
Figurino, Guarany, Antônio Carlos Gomes
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